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YoungPress
Stile di vita
16 Settembre 2015
FELICIT...OPS, E' ANDATA VIA...

Siete felici e lo sarete per sempre? Peccato, questo articolo non vi sarà utile…

Se invece siete dei comuni mortali per cui felicità è “ un bicchiere di vino con un panino” potreste trovare in quanto segue uno specchio della vostra condizione umana.
Mettiamo il caso che voi siate felici per un qualche motivo e che vi arrivi all’improvviso la notizia di un vostro 4 in matematica.Addio felicità…
Come si può solo pensare di essere felici di fronte a tragedie simili? Volete la mia opinione? Non si può essere felici. In generale.
O meglio, non si può essere felici essendo coscienti di esserlo. E, credetemi, Questo accade nel 95% dei casi, perché di solito quando siamo felici non ce ne rendiamo conto.
Esempio? La nostra squadra del cuore segna un bel goal e vince la partita per 1 a 0. Alla fine del match si torna a casa dallo stadio non felici, al massimo soddisfatti. Perché felici lo siamo stati inconsciamente nei pochi istanti dell’euforia del goal, nel momento in cui abbiamo sentito l’arbitro porre fine alle sofferenze della nostra squadra, chiusa nella sua area di rigore, ecc.
Ecco allora, come definire in modo univoco la felicità con una sola parola? Transeunte (“Senti, parla come mangi!” “Va bene,passeggera…”)
Perché la felicità ti sfiora senza toccarti, e quando te ne accorgi se ne è già scappata via e non sai neanche il perchè…
La felicità è il contemporaneo appagamento dei sensi e dell’io interiore, una libidine a metà tra il platonico e il materiale, che comprende tutte e due le sfere dell’essere.
Come facciamo noi quindi a ottenere questa estasi meravigliosa? Certamente non seguendo alla lettera il decalogo della felicità pubblicato su Repubblica il 22 Novembre 2004, alcune delle cui affermazioni sono per lo meno opinabili.
In tono molto minore troveremo la felicità  nei beni materiali, anche se la sua intensità (già debole) è inversamente proporzionale all’accumularsi della “roba” di verghiana memoria.
Troveremo la felicità nel sorriso di una ragazza, in una risata, in un fiore che sboccia, in un tramonto d’estate, nell’osservazione di un dettaglio.
E ognuno percepirà sensazioni ogni volta diverse sia da quelle di chi gli sta attorno, sia da quelle provate in precedenza.
Il bello della felicità è proprio questo: non sai mai come, dove e quando ti permetterà di entrare in comunione con lei.
Ed è per questo che bisogna sempre essere pronti ad essere felici in qualsiasi momento, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, perché si correrebbe il rischio di perdere un granello del sale che ci spetta per condire la nostra vita.
E non possiamo permetterci di mangiare insipido.

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L'autore
PVR1010
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