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13 Febbraio 2015
Il travaglio del Parma: dalla qualificazione in Europa alla quasi certa retrocessione
Il difensore ex viola Gobbi va all'attacco: o pagano gli stipendi o scatta la messa in mora.

Sin dal passato abbiamo potuto notare come il corso della storia possa cambiare in breve tempo. Il 18 Maggio della scorsa stagione calcistica, quella 2013/2014, il Parma chiudeva il suo campionato con un secco 2-0 ai danni del Livorno poi retrocesso, piazzandosi sesto e ottenendo l'accesso ai preliminari di Europa League, visto che sia Fiorentina che Napoli (finaliste in coppa Italia) avevano già conquistato un posto nelle coppe europee, liberando così l'ultima casella utile. Il sogno europeo, che mancava da più di dieci anni, svanisce presto. Infatti, la licenza Uefa viene negata a causa di un ritardo nel pagamento Irpef sugli incentivi all'esodo dei giocatori ceduti. Il Parma vede svanire la possibilità di partecipare alla vecchia coppa Uefa e a prendere il posto dei ducali, è il Torino di Giampiero Ventura piazzatosi alle spalle degli emiliani. Anche l'Alta Corte del Coni si pronuncia a favore dei piemontesi, che con il comunicato ufficiale del 29 Maggio, conferma al Parma il "diniego della licenza UEFA per la stagione sportiva 2014/2015". In seguito a questa decisione, Tommaso Ghirardi, in una conferenza stampa tenutasi nel centro allenamento di Collecchio il 30 Maggio, non solo rassegna le proprie dimissioni da presidente del Parma FC, ma mette in vendita la società. A campionato iniziato però, il 12 Settembre, su richiesta del CDA, annuncia il ritiro delle dimisioni. Le acque sembrerebbero essersi calmate, ma l'andamento del Parma in campionato appare risentire molto delle vicende extracalcistiche: il girone di andata si conclude con 15 sconfitte, 1 pareggio con il Cagliari e solo 3 vittorie rispettivamente con Chievo, Inter e Fiorentina. Circa un mese prima, il 9 Dicembre, il Tribunale federale nazionale della Federcalcio, infligge un punto di penalizzazione al Parma ancora una volta per un mancato pagamento Irpef a fine 2013 e inibisce per due mesi il dg Leonardi e il presidente Ghirardi. Ma siamo ancora all'inizio di una storia molto lunga. Tra voci e notizie, vere e infondate sui nuovi propietari del Parma, da Pietro Doca alla Dastraso Holdings Limited di Fabio Giordano, si arriva a Rezart Taci il quale affida la carica di presidente al suo uomo di fiducia, Ermir Kodra, a sua volta Presidente e Amministradore Delegato di Eventi Sportivi Spa, società controllante il Parma. Nonostante i numerosi cambi di proprietà, i risultati sul campo stentano ad arrivare: nel girone di ritorno la musica non cambia. Oltre ai mancati risultati sul campo, il nuovo proprietario Taci pare essere scomparso ed addirittura si parla di indagini nei suoi confronti per evasione fiscale nel suo Paese. Il caos in casa Parma regna sovrano. Intanto iniziano a girare voci insistenti su ritardi nei pagamenti degli. Il primo ad uscire allo scoperto è Antonio Cassano, quando insoddisfatto dopo un incontro con il neo presidente Kodra, il 23 Gennaio, muove un'azione legale nei confronti della sua squadra, ovvero la messa in mora. Subito arriva la smentita da parte del club con un comunicato ufficiale apparso sul sito. Quella di Cassano, dunque, era una semplice richiesta di pagamento delle somme a lui dovute, senza però formalizzare nessun atto di “messa in mora”, né fissare termini di pagamento né preannunciare l’intenzione di intraprendere iniziative legali specifiche. Dopo la smentita della società arriva il momento di far parlare il campo. E' il 25 Gennaio e si gioca la prima di ritorno. Al Tardini va in scena il derby emiliano col Cesena per una sfida salvezza. A spuntarla è la squadra di Di Carlo che allo scadere della gara passa di nuovo in vantaggio con un gol di Rodriguez. Ennesima delusione per i tifosi ducali che chiedono un incontro sotto la curva con i giocatori. Lo ottengono e a metterci la faccia è proprio il numero 99 il quale sente il dovere di chiedere scusa. I segni di staccamento iniziano a sorgere anche tra i calciatori. Tre giorni dopo, ancora una volta Cassano, decide di rescindere il contratto che lo legava un altro anno ancora alla squadra emiliana, rimettendosi sul mercato a parametro zero profilando un clamoroso ritorno nella sua amata Bari. Dalla partita col Cesena si passa ad un'altra sconfitta, quella di Milano con i rossoneri dove però la squadra ha mostrato forza nel saper reagire dopo essere passata in svantaggio, trovando il momentaneo pareggio con un gol dell'ex Nocerino. Proprio il nuovo centrocampista, nel post partita ha parlato alla stampa, rammaricandosi per la situazione attuale: "Io sono arrivato due settimane fa. Noi nuovi cerchiamo di portare un po' di positività ma non è facile. Dispiace perché ogni persona che lavora per il Parma, dai miei compagni fino ai giardinieri, ha una dignità incredibile. Mi metto nei panni di coloro che non percepisce uno stipendio pari a quello di noi calciatori: situazione impegnativa da affrontare". Anche il mercato di riparazione attuato dal club non lascia aperti grandi spiragli di ripresa: per sei giocatori che arrivano, ben undici lasciano il Parma tra cui nomi importanti come lo stesso Cassano, Paletta passato alla corte di Inzaghi, De Ceglie che torna alla Juve, Pedro Mendes e Acquah. Infine, l'ultimo a lasciare gli emiliani, è Nicola Pozzi passato al Chievo in presito con diritto di riscatto fissato a soli 1000 euro. Avete letto bene, mille euro è la cifra dell'operazione che la dice lunga su quanto stia accadendo all'interno della società. Non manca l'imbarazzo dei nuovi, soprattutto per Cristian Rodrìguez del tutto sorpreso dalla situazione che ha trovato a Parma: "Da fuori non si sanno molte cose – ha raccontato El Cebolla alla stampa spagnola –, io ad esempio credevo che il problema della squadra fosse solo di risultati, però non è solo quello. Non sapevo che i giocatori fossero in arretrato con gli stipendi di sei mesi”. Un quadro al quanto scoraggiante che però non ha spento l’entusiasmo dell'uruguagio: “Non sono pentito di essere venuto qui: è un momento difficile ma voglio dare il massimo per cercare di salvare il Parma. Bisogna andare avanti". Nel frattempo i giocatori fissano le scadenze per il pagamento degli arretrati: 16 Febbraio, non un giorno in più. Scadenze che dovranno essere rispettate dal nuovo presidente. Infatti il 9 Febbraio arriva l'ufficialità. Dopo le assemblee dei soci di Parma Fc e della controllante Eventi Sportivi Spa, il club emiliano è stato ceduto a Giampietro Manenti. Contestualmente, Ermir Kodra ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente, ruolo che aveva assunto il 21 gennaio scorso, lasciando il posto al nuovo prorpietario. Due giorni dopo arriva la prima conferenza stampa del presidente Manenti: "Stiamo correndo e rincorrendo le scadenze importanti. Sappiamo che il 16 Febbraio è una data letale per tutti, ma riusciremo a sistemare le cose per tempo". Per progettare il futuro, resta da capire se l'anno prossimo sarà ancora A o B. "La squadra non si dà per vinta e noi nemmeno. Finché la matematica lo permetterà, proveremo a salvarci perché dal punto di vista economico c'è un abisso tra le due categorie. In ogni caso abbiamo studiato un piano industriale anche in caso di retrocessione". A pronunciarsi è anche l'ex viola Massimo Gobbi il quale in un intervista, fa intendere che la squadra e tutto lo staff, non accetteranno ulteriori proroghe: "Ci dobbiamo tutelare dopo tutti questi mesi di attesa. Alla società abbiamo fatto presente che quella è la data più importante per il nostro futuro e non ci saranno ulteriori proroghe". Ora diamo comunque fiducia alla nuova proprietà - continua il difensore crociato - perché adesso possiamo fare solo questo". Dunque, o il Parma paga gli stipendi, o scatterà la messa in mora.

L'autore
Michele Ranieri
Michele Ranieri

Ciao ho 22 anni e sono uno studente all'Universita degli studi di Salerno, iscritto alla facolta di Scienze della Comunicazione. La mia passione più grande è il calcio, raccontarlo è il mio sogno.

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