Dopo la sua visita al campo di Mauthausen, Heinrich Himmler, capo delle SS, decise di istituire in tutti i campi di concentramento una nuova tipologia di “edifici speciali”: die Sonderbauten.
Per aumentare la scarsa produttività lavorativa dei campi e per evitare la “degenerata” omosessualità tra i prigionieri, Himmler istituì nel 1942 dei veri e propri bordelli all'interno dei Lager di Mauthausen, Gusen, Flossenbürg, Buchenwald, Neuengamme, Dachau, Sachsenhausen e Mittelbau-Dora.
Le donne costrette a prostituirsi avevano tutte meno di 25 anni e arrivavano dai campi di Ravensbrück e Auschwitz. Queste donne non erano ebree o italiane, poiché avrebbero potuto andare a contaminare la razza ariana, ma erano prigioniere che venivano dalla resistenza tedesca o polacca, donne Rom o Sinti.
Secondo il regolamento emanato da Himmler nel maggio del 1943, solamente i “detenuti-funzionari” ed i prigionieri di fiducia potevano accedere ai Sonderbauten. E le regole erano ferree: la prestazione poteva avere una durata massima di 15 minuti, non si poteva utilizzare il preservativo e l'unica posizione ammessa era quella del “missionario”; naturalmente tutta la situazione era rigorosamente osservata da un ufficiale delle SS.
Le donne vittime di queste violenze venivano prima sterilizzate attraverso metodi brutali; “capofila” di questi metodi era il campo di Ravensbrück, dove oltre alla sterilizzazione venivano condotti altri selvaggi “esperimenti medici”.
Una prima serie di questi esperimenti (dal luglio 1942 al dicembre 1943) riguardò la sperimentazione di nuovi farmaci a base di sulfonamide, destinati alla cura delle ferite infette dei soldati al fronte. A questo scopo le donne internate vennero deliberatamente lesionate ed infettate con batteri virulenti dai medici del campo. I batteri erano introdotti tramite iniezione direttamente negli arti inferiori o mediante incisione cutanea, poi riempita con pezzi di legno, vetro o stoffa, cioè quei materiali infettivi con cui potevano imbattersi i soldati feriti al fronte.
La seconda serie di esperimenti (dal settembre 1942 al dicembre 1943) si interessò allo studio dei processi di rigenerazione delle ossa, dei muscoli e dei nervi e alla possibilità di trapiantare ossa da una persona all'altra. Con questo obiettivo i medici del campo effettuarono sulle prigioniere amputazioni, fratture e ferite.
Nel gennaio 1945 molte donne del Lager furono costrette a sottoporsi alla sterilizzazione attraverso l'uso dei raggi X; lo scopo di questi esperimenti era la “sterilizzazione forzata” di quelle persone considerate “indesiderabili” per il “nuovo ordine mondiale nazista”.
Si stima che tra il 1939 e il 1945 questo Lager abbia ospitato circa 130mila deportati, dei quali 110mila erano donne. I documenti scampati alla distruzione da parte delle autorità del campo, indicano circa 92mila vittime.
Si stima che durante il regime nazista furono uccisi circa 6 milioni di ebrei e altre 5 milioni di persone tra prigionieri politici tedeschi, Rom, Sinti, serbi, slavi, polacchi, omosessuali, testimoni di Geova, disabili e vagabondi.
Questo abominio dell'umanità non dobbiamo ricordarlo solo nella Giornata della Memoria, ma dobbiamo ricordarlo sempre come conseguenza di una profonda ingiustizia, per la quale non possiamo fermarci di lottare.