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YoungPress
Salute
10 Febbraio 2015
La giornata di una vera animalista

Francesca è diventata un'animalista convinta. Dopo aver visto su qualche social network l'ennesimo video di un ricercatore desideroso di far provare più dolore possibile ad un povero topolino (ha anche letto tra i commenti che alla facoltà di medicina vi sia un esame dal nome "Sadismo I") e la foto di una scimmia chiusa in gabbia, ha deciso che era il momento di cambiare stile di vita.
"Basta con la vivisezione!", aveva pensato, "Come si può essere così crudeli?". Dopo aver lasciato un commento su quanto tristi fossero gli occhi di quella scimmia e sul suo evidente desiderio di essere liberata nel suo habitat dove, dopo un'intera vita in cattività, sarebbe diventata pasto degli avvoltoi dopo pochi giorni, si stese sul letto e cominciò a riflettere. Si rialzò e si lanciò su tutte le pagine che sostenevano la sperimentazione animale. Ma il suo diploma magistrale non le permetteva di sostenere discussioni con persone esperto in quel campo e, ogni volta che una di loro usava parole per lei incomprensibili come "Acido desossiribonucleico", "Sfigmomanometro" o "Coerenza", era costretta a invocare la costruzione di un laboratorio dove la sperimentazione venisse fatta sulle mamme dei biologi.
"Ma i grandi cambiamenti partono dal basso", si convinse, "boicotterò tutti i prodotti che vengono testati su quelle povere creature!". Si ricordò che a pochi metri da casa sua vi era una sorta di bottega, dalla quale lei stava sempre alla larga per via dei terribili odori che emanava, e che sosteneva di vendere solo prodotti biologici. Si tappò il naso e decise di andare a fare una visita. Non scelse il momento migliore per abbandonare i prodotti industriali. "Chiuso per ferie. Ritorneremo quando avremo voglia" recitava un cartello che ne copriva un altro e sul quale c'era scritto "Locale posto sotto sequestro giudiziario". Più in basso una foto di una spiaggia bianca circondata da palme e piena di sdraio. Una foto indicava una di queste con il consiglio "Se ci cercate siamo qui".
Francesca tornò a casa confusa, riflettendo su quanto fosse rimunerativo aprire questo tipo di attività. Poi continuò a riflettere "Non posso arrendermi, farò le cose a modo mio!"
Ormai è passata una settimana e Francesca è ancora convinta della sua decisione. Nel frattempo è scoppiata la moda dell'IceBucketChallenge. Dopo aver scritto ancora una volta quanto questa mania fosse stupida e quanto fosse sbagliato donare i propri soldi ai cattivi ricercatori, era andata a dormire.
Ora Francesca si è appena svegliata, si guarda intorno e ringrazia di essere ancora viva. Ai piedi del letto il suo cane lo fa con ancora più vigore. Già prima di diventare una convinta animalista, le erano sempre piaciuti i cani. Così aveva convinto i suoi genitori a comprarne uno e, dopo vani tentativi di abbandono, era stata costretta a portarlo con sè una volta andata a vivere da sola. Ma ora che la sua vita è cambiata ha un altro rapporto con il suo animale. Lo ama, lo cura, lo nutre con scarti del suo cibo perchè (come avrebbe mai potuto immaginarlo) il cibo del suo cane veniva prima testato su altri animali. Il cane la vede, abbassa la testa e va in giro per la casa in cerca di uno di quei croccantini, anche vecchio e polveroso, che tanto gli piacevano. Francesca ha letto più volta quella che su internet gira sotto il nome di "Lista della morte" con tutti i prodotti testati sugli animali. L'ha letta, riletta, imparata a memoria e ora è sicura di non commettere più gli errori del passato. Appena scesa dal letto controlla il calendario ed è felice come una bambina quando scopre che è finalmente domenica. Non tanto perchè finalmente può riposarsi, ma perchè ormai, non potendo più usare il dentrificio, per la sua igiene orale usa solo acqua e filo interdentale; e se questo suo sacrificio rende migliore la vita delle cavie degli animali, lo stesso non si può dire per quelle dei suoi colleghi. Poi va in bagno, non può truccarsi e ringrazia ancora che oggi non debba vedere nessuno. Comincia a grattarsi ovunque; giunge alla conclusione che le cause sono due: non può più usare nè l'ammorbidente che la mamma le aveva consigliato nè quei fantastici prodotti che ti proteggono la notte dalle zanzare. "Se sapessero che lo faccio anche per loro, non mi succhierebbero tutto questo sangue", pensa. Inoltre l'odore tremendo dovuto all'impossibilità di usare il detersivo o un profumo comincia a infastidire anche lei. "Deve essere proprio questo l'odore della vittoria" continua a ripetere. Va in cucina e nota l'enorme pila di piatti; la sera prima non sembrava così alta. Senza prodotti per la lavastoviglie e sgrassatori per i piatti anche un lavoro così semplice era diventato per lei una noia. Ma Francesca non si scoraggia e si mette a lavoro anche di domenica. "Come è possibile che anche lo Scottex venga testato sugli animali?" si chiede mentre con la carta igienica asciuga il disastro che ha fatto lavando le pentole. Da quando non può più mangiare biscotti la colazione non le sembra più un momento fantastico. Guarda la confezione di latte nel frigo, la fissa e decide che non ha voglia di lavare un'altra tazza.
Si siede sul divano e comincia a godersi il suo giorno libero. Squilla il telefono:
- Francesca?
- Sì sono io, con chi parlo?
- Sono io, Maria
- Hey Maria, tutto bene? Già sveglia di domenica mattina?
- Sì in realtà sono in ufficio
- Sempre a lavorare voi dei piani alti, vero?
- Sì certo... devo dirti una cosa
- Fai pure!
- Sei licenziata
- Come licenziata? È per cola dell'alito? Posso risolverlo... ieri ho letto su internet che si può fare a casa con menta e...
- No non è questo! Sono due ore che siamo qui in riunione e non possiamo concluderla perchè in tutto l'ufficio non è rimasto un solo post-it. Pensavamo ad uno stupido scherzo, ma il custode ci ha detto che eri stata tu perchè sperimentati sugli animali. Che poi cosa fanno questi ricercatori, usano un coniglio come promemoria? In ogni caso, non ti far più vedere da queste parti!

La telefonata si interrompe. "Poco male, non voglio lavorare in un'azienda che supporta questo tipo di maltrattamenti", pensò, "Ma davvero i post-it sono così importanti per loro? Per fortuna che non si sono accorti della sparizione delle penne Bic." Così abbandona il suo proposito di non avere rapporti con nessuno in questo giorno e va al bar.
-Vorrei da bere - dice entrando
- Alcool? - risponde il barista
- A quest'ora del mattino? No vorrei qualcosa di fresco
- Tè freddo?
- Non posso
- Coca Cola?
- No
- Sprite?
- Nemmeno
- Schweppes?
- Mi dispiace, ma no
- Potrei consigliarle un gelato
- Algida?
- Sì
- Allora no
- Allora potrei consigliarle di andare a disturbare qualche altro barista?

Francesca se ne va, indispettita, ma se poter biasimare eccessivamente il povero malcapitato. La sua è una scelta di vita, solo in pochi potrebbero comprenderla. Torna a casa già stanca. Pensa che non si sarebbe mai dovuta alzare dal letto. Nel primo pomeriggio ha già un fortissimo mal di testa, ma non può prendere nulla. Ogni medicinale, anche il più innocuo antidolorifico è stato testato sugli animali. Francesca non può accettare questa atrocità. La vita di un topo non vale il suo mal di testa, nè i dolori evitati con l'anestesia e nemmeno i vaccini che da piccola le hanno salvato la vita. È presto, ma Francesca decide di andare a dormire. Domani si sveglierà e vivrà un'altra giornata da vera animalista.

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L'autore
Domenico Iannone
Domenico Iannone

Sono nato a Salerno, ma studio a Roma. Amo il suono del violoncello, ma suono il basso. Mi piace il basket, ma seguo il calcio. Sono qualcuno, ma mi piace essere tutt'altro.

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