"Avrei voluto fare di più, dire di più, ma non è il turno di piangersi addosso. Non ora. Ora ci alziamo, se siamo a terra. Ora corriamo, se abbiamo imparato a camminare. Ora non si grida al cielo e basta. Ora il cielo ci ascolterà perchè lo faremo tremare con le nostre voci. Quindi fatevi sentire. Ovunque voi siate, urlate fino a liberarvi. Alzate il volume della musica, perchè è la musica che ci libererà". - Suona così la mia canzone preferita.
La musica ci salva. Quando la tristezza prende il sopravvento, e ci addormentiamo con le cuffiette, come a cullarci. Quando sei felice e balli, volando. Quando sei arrabbiato ed urli, cantando. In ogni momento, è lì a liberarci. A volte le canzoni sono così, instintive, esplosive, e bisogna lasciarsi andare mettendo da parte ansie e paure. Ci sono giorni in una doccia a pensare a tutto quello capace di farti felice, a chi nasconde un'altra cicatrice dietro un sorriso, quei giorni in cui ti guardi allo specchio ed anche se non lo sei, ti senti perfetta. Ci sono giorni persi a cercare qualcuno o qualcosa, giorni in cui ti senti ancora una bambina ed altri in cui pensi al futuro che arriva. Ho sempre scelto di essere me, anche quando mi chiedevano di essere un'altra. E' da quando si è piccoli che ci si sente sempre ripetere di esser buoni, di capire e perdonare chi ti fa un torto. Arrivati a quest'età, si vorrebbe cambiare. Ma non si può decidere come si vorrebbe essere, sarebbe come violentare se stessi. L'importante è guardarsi dentro, saper chiedere scusa. L'importante è capire che esser buoni, non significa esser ingenui. Il tempo aiuta. Mi ha reso più forte, mi ha fatto credere in me. Ho fissato il soffitto bianco della mia camera per anni, con gli occhi tristi di chi è alla ricerca di piccole dosi di felicità. Sorridevo, mentre dentro raccoglievo lacrime. Ma il tempo mi ha aiutata. Ho imparato che la felicità non la si aspetta seduti su un divano, ma costruendola mattone dopo mattone, passo dopo passo, con accanto l'amica di una vita, persone che restano, che nella tua riservatezza, nella tua "debolezza", hanno intravisto la forza di un uragano. La musica mi ha salvato. Nesli mi ha salvato. L'unica persona in grado di emozionarmi, di farmi sentire viva. E' stato il mio primo concerto. Arrivare alla fine senza più niente, rotta in mille pezzi e oltre. "Cantate, urlate, ballate, divertitevi. Questa non è la fine". Cercavo la felicità, ed è lì che l'ho trovata. La fine di una storia amorosa, la fine di un'amicizia, la mia gioia, la colonna sonora della mia vita è stata ed è lui. Nelle strofe di una sua canzone trovo me stessa, ed ogni qualvolta mi sento "persa", mi fanno ritornare a casa. Ogni canzone è un'emozione diversa. Ogni emozione è amore. E l'amore è qui, in ogni posto, a casa, in macchina, a scuola, in un abbraccio tra amiche, in un bacio tra fidanzati, l'amore è ovunque. E se ti dicessero che "Andrà tutto bene", basta crederci. La musica è viva. La musica è vita. Sta con chi non vuol sentire, ma con chi è disposto ad ascoltare, con chi delle proprie cuffiette ne fa, contro i pensieri, un'arma da difesa.