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Libri
18 Febbraio 2015
Avrò cura di te

Amarsi è l'opera d'arte di due architetti dilettanti di nome Io che,

sbagliando e correggendosi a vicenda,

imparano a realizzare un progetto che prima non esisteva.

Noi


 

Non è da tutti avere un angelo custode che risponde alle tue lettere. Ma Gioconda ce l’ha, ha un angelo tutto per sé, che le fa una promessa, dicendole qualcosa che mai prima si era sentita dire: “Avrò cura di te”. L’angelo di Giò si chiama Filèmone. Un nome, una garanzia. Chi infatti, se non un Filemone, potrebbe essere più adatto a guidare Giò nella sua ricerca dell’amore vero, quello che è sempre fedele, che ti accompagnerà fino agli ultimi istanti della tua vita e possibilmente anche dopo? Per chi avesse saltato qualche lezione di letteratura latina al liceo, Filèmone, nella storia narrata da Ovidio, vive infatti tutta la sua vita al fianco della fedelissima moglie Bauci e, alla domanda degli dèi di esprimere un desiderio, risponde soltanto che vorrebbe morire insieme alla moglie. Pertanto, giunto il momento fatale, entrambi i coniugi si vedranno trasformati rispettivamente in una quercia e in un tiglio, uniti per il tronco.

Ad incarnare questo mito per Giò erano stati i nonni, sempre innamorati, sposati per tantissimi anni. E quando il nonno era morto, la nonna non aveva saputo restare da sola, e poco dopo lo aveva seguito. O almeno, questo è quello che sa Gioconda. Filèmone, invece, sa un’altra storia. O meglio, sa una variante della stessa storia: quella giusta. Proprio nel momento del bisogno, quando Giò è appena stata lasciata per e-mail dal marito, inizierà questa corrispondenza e, attraverso alti e bassi, parole di conforto ma anche ramanzine, perché Giò non è certo facile da “custodire”, Filèmone si prenderà davvero cura di lei, facendole ritrovare la via giusta ed insegnandole che “non esiste un modello unico di amore”.

L’amore perfetto in sé forse non esiste, ma siamo noi a renderlo tale. “Noi siamo il sogno che dà un senso a tutto. Le tormente della vita lo scompigliano di continuo, eppure dobbiamo resistere. Quando ci sfugge di mano, dobbiamo riprenderlo con dolcezza, riscoprire cosa ne è rimasto e quanto ne resta da costruire. Tutto è giusto e perfetto, per quanto tutto intorno a noi ci ricordi l’ingiustizia e l’imperfezione”.

A incorniciare la vicenda ci sono poi tanti altri personaggi: ovviamente Leonardo, il marito di Giò, poi ci sono i suoi genitori, entrambi con le loro vite, lontane da quelle di Gioconda; Andrea, uno dei suoi alunni, che si vuole trasferire in una comune a seguito della morte della madre.

 

 

 

 

 

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