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YoungPress
Stile di vita
26 Aprile 2015
La bellezza dell'imparare a vivere "nonostante"

Se c'è una cosa che ho imparato, è il vivere nonostante.

Nonostante il dolore e l'insoddisfazione. Nonostante le piogge e il freddo che fa tremare i mondi. Nonostante, perché la vita non ci ha promesso niente. Nessun lieto fine o lieto svolgimento, nessun finale col botto o entrata scenica a sorpresa. Niente. E allora nonostante. Che è la parola più bella del mondo.

Nonostante la sofferenza degli occhi pieni di lacrime e il dolore sordo e le urla che si bloccano in gola. Nonostante le bare e i corpi freddi, che li vedi e taci, perché sai solo tacere, neanche piangere, e forse dovresti, ma non puoi, perché a volte certi dolori neanche ci arrivano agli occhi. Nonostante il dolore dei figli che sepolgono madri e dei mariti che sepolgono mogli. Nonostante lo sguardo di due amanti, che si interrompe in un mutismo assordante di due occhi che non si apriranno, che non guarderanno più. E allora buongiorno amore mio, e che sia buongiorno per sempre, di quel sempre che minaccia e non promette.

Nonostante i grandi amori, che finiscono anche se erano grandi, o forse proprio perché erano grandi, perché ci vuole grandezza anche nella fine, bisogna saper finire, perché un grande amore, che sia stato grande davvero, ha anche una grande fine. Semplice, nonostante la grandezza. 

Nonostante la banalità. La nostra. Perché ognuno di noi pensa alla propria vita come ad una vita straordinaria, e invece non c'è niente di più bello dell'ordinario. Nessun film, libro o canzone su una famiglia ordinaria, un amore ordinario, un'amicizia ordinaria, una storia ordinaria, di quelle che iniziano con "una mattina di quel giorno tale mi sono svegliato e non è successo niente", perché non deve esserci sempre qualcosa, perché a volte non succede niente e basta, e conviene saperlo altrimenti si finisce per vivere in attesa. Quindi nonostante l'attesa e le cose che non arrivano.

Nonostante i viaggi, quelli della mente, che sono i più pericolosi ma anche i più veloci, che puoi andare oltre il tempo in un secondo e dall'altra parte del mondo in un passo. E non è mica da tutti. Di quelli che sono potenti perché hanno la capacità di alleggerire macigni o farti ammalare, di quel male che ti prende lentamente e non te ne accorgi.

Nonostante la malattia, che rende più umani ma distrugge lentamente, forse anche perché ridimensiona l'ego dell'uomo e lo riporta al suo posto, tra le cose piccole, quelle che ci mettono alle strette e ci fanno paura.

Nonostante la paura delle cose piccole, che non fanno per noi, quelle che "no le lascio agli altri, io cerco la grandezza", ed è un po' da vigliacchi, perché nelle cose grandi si sta comodi un po' tutti, questo è molto semplice, ma nelle piccole, beh nelle piccole ci vuole abilità. Piccola sedia, piccola casa, piccola importanza, piccolo stipendio. Ci vuole abilità. 

Nonostante la paura delle cose grandi, di quei sogni che si ha paura anche solo di sognare, quelli che "se lo pensi non accade" e quindi ci si sforza di pensare al contrario. Non l'ho mai voluto, non accadrà mai. E invece si dovrebbe avere forza. Si l'ho voluto ma non ce l'ho fatta, ho lottato e perso, ricomincio da qui. 

Nonostante la fine e nonostante l'inizio, che a volte non sono proprio come si vorrebbe, e altre volte invece lo sono esattamente, che forse è anche peggio, perché in fondo si vive sempre un po' per la sorpresa e si fanno piani solo per vederli crollare davanti all'inaspettato.

E allora nonostante, perché è difficile svegliarsi la mattina e sorridere nonostante le battaglie della vita, quelle silenziose che non accetti neanche nel profondo, a pugni con lo specchio e a pugni con il cuore, ma sempre nonostante. 

Nonostante i pugni e le lacrime. Nonostante la rabbia e la solitudine. Nonostante l'incomunicabilità e la tristezza. 

Nonostante perché un'alba non è solo un inizio, ma anche una rinascita. Nonostante perché è solo nonostante che si può imparare a vivere, trovando la forza di sentirsi e viversi, anche quando si vorrebbe fuggire. 

Fuggire da un dolore che è troppo grande, che pensi "mi logorerà, mi ucciderà" e invece sopravvivi e sopravvivi nonostante. Nonostante perché il dolore non sparisce ma diventa parte di te, ed impari a conviverci come un qualcosa che c'è ed è un di più e ti fa più ricco. Ed è tutto più semplice, che poi è sinonimo di bello, perché le cose semplici, come le piccole, ci spaventano perché sono troppo, e come tutto ciò che è troppo, si amano e si odiano, si bramano e si temono.

Fuggire da una gioia, di quelle prorompenti, di quelle che arrivano e ti sconvolgono, "e questo cosa porterà?", perché ogni grande gioia, che sia davvero grande, porta con sè le paure più nere. Quindi nonostante le paure della gioia.

É così; se c'è una cosa che ho imparato, è il vivere nonostante. 

 

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